Stando ai dati raccolti dall’Amami, l’associazione che riunisce i medici accusati di mala sanità ingiustamente, ben un medico su quattro sta pensando di lasciare la professione a causa delle richieste di risarcimento avanzate dai pazienti.
Il clima si è fatto più pesante dopo i recenti episodi di mala sanità, primo fra tutti quello verificatosi a Messina, con l’ormai famosa e tragica lite tra ginecologi in sala parto.
Ciò che si evince è che solo il 20% delle denunce trova poi un effettivo riscontro in sede penale, mentre dal punto di vista delle cause civili, le percentuali si rovesciano e ben l’80% ottiene il diritto ad un risarcimento, anche se di norma, di piccola entità.
In tutto questo, naturalmente, anche le compagnie di assicurazione fanno sentire la propria voce, dato che sono poi quelle interessate, in ultima analisi, al pagamento dell’indennizzo assegnato dal giudice.
Il che si traduce in aumento dei premi e condizioni più sfavorevoli per le polizze professionali, oltre che in un ovvio deterioramento del rapporto fiduciario tra medico e paziente.
Ecco, quindi, che tra le nuove proposte avanzate dall’Amami vo è anche quella di una polizza sanitaria obbligatoria stipulata da parte delle strutture sanitarie e una procedura che cerchi obbligatoriamente di ricomporre la controversia al di fuori delle aule di tribunale.