Un’indagine condotta da Ponemon, in Belgio, ha messo in evidenza come la tutela della privacy sia ancora carente, o quanto meno sia ancora molto alta una certa negligenza nel trattare i dati dei clienti da parte di compagnie assicurative e istituti finanziari. Si tratta di una considerazione piuttosto importante, dal momento che i dati lasciati dai clienti di agenzie assicurative o banche sono dati sensibili, che dovrebbero essere trattati con estrema attenzione e protetti da eventuali intrusioni esterne. Problema che si pone soprattutto per lo storage informatico degli stessi, visto che si tratta pur sempre di sistemi attaccabili o non del tutto affidabili se non vengono studiate delle soluzioni apposite per tamponare eventuali circostanze sfavorevoli.
Addirittura, stando ai dati raccolti, ben il 56% degli istituti finanziari non riesce a proteggere in modo adeguato la semplice identità dei propri clienti; senza dimenticare che, se un 47% ha almeno un software di allerta per impedire l’accesso agli hacker (una sorta di antifurto informatico, quindi); solo il 41% ha previsto un meccanismo per il recupero dei dati che eventualmente andassero persi per guasti all’hardware o alle componenti elettroniche.
Una situazione che dovrebbe presto trovare soluzione, anche perché le aziende che non sono in grado di assicurare queste tutele si possono facilmente trovare a pagare sanzioni anche molto salate, oltre ad essere percepite come non affidabili dai clienti.