La situazione economica in Italia, ma anche nel resto d’Europa, è piuttosto complicata per i lavoratori che, molto spesso, sono costretti ad accettare dei contratti con tutele molto scarse, soprattutto dal punto di vista contributivo. Per questo motivo, possono essere molto interessanti delle soluzioni alternative, ideali per garantirsi un minimo di ammortizzatore nel caso in cui si dovesse perdere il posto di lavoro. Ad iniziare su questo filone è stato, prima di tutti, il Comune di Sogliano al Rubicone, in provincia di Forlì Cesena. Si trattava, in effetti, del 2009 e di uno dei primi esperimenti assicurativi che prevedevano una forma di indennizzo nel caso si fosse verificata la perdita del posto di lavoro. Una polizza personale che aveva certamente acceso l’interesse da parte dei cittadini e che, pertanto, si candidava a poter ritornare in nuove forme e in nuove modalità anche in seguito. La soluzione adottata all’epoca era certamente da considerarsi all’avanguardia, visto che era rivolta a tutti i lavoratori dipendenti e residenti nel territorio del Comune. Come anticipato, essa prevedeva la corresponsione di un indennizzo nel momento in cui si fosse verificato il licenziamento del lavoratore stesso. Il costo veniva ad essere coperto da parte del Comune di Sogliano, così da supportare le famiglie in un momento difficile per il mantenimento dei consumi e dello stile di vita precedente. Ad ogni modo, quel primo tentativo si è risolto in un determinato lasso di tempo, avendo un mero valore sperimentale e non definitivo. Tuttavia, è stato più che interessante sia per le compagnie assicurative che per l’utenza, oltre che per le istituzioni, visto che prodotti similari hanno continuato ad essere proposti sul mercato. Di recente, è stato il primo cittadino di San Giovanni in Persicelo a riprendere l’iniziativa, presentandola ad un convegno pubblico nel quale erano stati invitati anche i sindaci di altre città dell’Emilia Romagna, così da iniziare un’azione congiunta da parte di tutti nei confronti delle compagnie assicurative, cercando in questo modo di spuntare un premio inferiore e delle tutele più elevate. La copertura in questione è proposta da parte di CNP Italia ed è interessante analizzarne i contenuti per verificarne, appunto, la convenienza o meno. In realtà, è necessario sottolineare che si tratta di una polizza assicurativa molto innovativa e pensata per operare tramite indennizzo diretto. Questo rimborso dovrebbe essere finalizzato alla copertura delle perdite economiche subite in seguito al licenziamento ma non coprirà le obbligazioni o le prestazioni lavorative che sono sempre a carico del lavoratore o del suo datore di lavoro o dell’Inps. Ad esempio, se si guadagnano mille euro al mese con un contratto a tempo indeterminato, in seguito al licenziamento, la polizza assicurativa garantirà il versamento di 400 euro al mese per dodici mesi, così da integrare e sostenere il bilancio familiare. Nei primi sei mesi, comunque, il dipendente ha diritto ad un’indennità di licenziamento che è pari al 60% dello stipendio: questa somma viene corrisposta dall’Inps ed è integrativa rispetto a quella ottenuta tramite polizza assicurativa. Insomma, una soluzione interessante che consigliamo di tenere d’occhio, visto che in un prossimo futuro la compagnia assicurativa sembra essere del tutto intenzionata ad ampliare questo genere di offerta a tutto il territorio nazionale.