Il “nuovo modello di famiglia” come qualcuno lo semplifica, ovvero le coppie di fatto, quelle composte da un uomo e una donna non legati dal vincolo matrimoniale, oppure da due adulti dello stesso sesso, è in aumento nel nostro Paese.
Lo mette chiaramente in evidenza uno studio dell’Istat, reso noto appena lo scorso novembre: le coppie di fatto sono passate da 564 mila nel 2003 a 820 nel 2010. Nella metà dei casi, inoltre, sono presenti anche uno o più figli ad allietare la routine quotidiana.
Dunque, è ormai la norma che venga percepita come fondamentale l’esigenza di tutelare questi nuclei familiari, sia da un punto di vista normativo sia da quello più strettamente economico. Vero è che, in determinati casi, al convivente possono essere comunque riconosciuti dei diritti, alla stessa stregua di quello che avviene tra moglie e marito, ma spesso si tratta di casi che devono trovare la propria esemplificazione in una sentenza emessa da un tribunale. Il che vuol dire rimettersi al parere di un giudice, con tutti i disguidi temporali e le incertezze che un processo civile comporta in Italia.
Vero è che la conquista per la parificazione è lunga e tortuosa ma sta di fatto portando ad alcuni risultati, nonostante la proverbiale rigidità della nostra burocrazia.
Anche dal punto di vista delle assicurazioni, non vi sono ancora le sufficienti aperture in merito. Si tratta di una considerazione effettuata dallo stesso funzionario del servizio legale dell’Ania, il quale sottolinea come sia davvero complessa una procedura di risarcimento qualora ci si trovi in presenza di una coppia convivente. A colui o colei che condividono vita e difficoltà senza essere sposati, infatti, non viene neppure riconosciuta per legge l’ereditarietà, situazione che si riflette nel caso di polizze vita, lì dove non sia espresso un beneficiario unico. È accaduto un incendio o un furto, un caso di infortunio con invalidità? Nessun indennizzo spetta al convivente, dal momento che esso non viene considerato come facente parte degli eredi legittimi. E questa considerazione viene sottolineata da una sentenza della Corte di Cassazione di pochi anni fa. Si tratta, chiaramente, dell’ennesima dimostrazione di quanto il legislatore non sia riuscito ad intervenire con delle normative in grado di tenere il passo con i tempi.
Per questo motivo, diventa molto importante riuscire a dare vita a formule che riescano a tutelare le coppie di fatto, etero ed omosessuali che siano.
D’altra parte, sebbene si tratti di un percorso lungo e complesso, bisogna anche fare una chiara scelta di campo, visto che in molti altri Paesi, sia in Europa sia nel resto del mondo, si è creato un ampio movimento di pensiero a favore delle coppie di fatto, che ha dato un input deciso ai governi nazionali. Anche nella nostra nazione, come si è potuto vedere, i dati parlano chiaro: non resta che passare all’azione e non scoraggiarsi di fronte agli attuali ostacoli, cercando, magari, un modo per tutelarsi non “tradizionale”. Nel caso delle polizze, per esempio, ricordate sempre, qualora possibile, di indicare il vostro convivente quale beneficiario oppure, per ciò che concerne l’eredità dei beni, predisponete un apposito testamento, in modo da non lasciare priva di benefici la vostra famiglia in caso vi dovesse succedere qualcosa.