Ed ecco che una nota rivista d’auto del settore contribuisce a sfatare un altro mito: quello del numero troppo elevato di furti d’auto nel nostro Paese. In realtà, le statistiche non mentono, ma devono essere in altro modo interpretate. Infatti, a quanto sembra da un’analisi più approfondita, ben il 30% delle denunce rilasciate alle forze di polizia nasconde, in realtà, un falso atto criminale. Un decisivo aiuto ai “professionisti del furto” viene dal gran numero di certificati fasulli che sono stati messi in circolazione in Italia.
Dopo aver effettuato il colpo, preferibilmente con auto importanti, costose e di prestigio, degli specialisti entrano in azione per eliminare ogni traccia che possa far risalire al vecchio e legittimo proprietario: numero di telaio e targa sono le prime due cose a scomparire. Dopodiché, si abbinano i nuovi dati ad una carta di circolazione anch’essa contraffatta e il veicolo viene affidato così ad un corriere, che porta il mezzo a destinazione.
Succede pure che la stessa vittima del furto sia, in realtà, il beneficiario di questo meccanismo: denuncia la sparizione della macchina che, nel frattempo, viene rivenduta su mercati dell’Est e, successivamente, incassa anche i soldi dell’assicurazione, che paga per quella che è una vera e propria truffa a proprio danno e, in ultima istanza, a tutti i contribuenti che si vedranno aumentare il premio annuale.